MOIE – La Sardegna chiama il Cis per un incontro-confronto sullo sviluppo turistico e territoriale. E il Cis ha risposto con un workshop durato tutta la mattinata di ieri per analizzare come i suoi 12 Comuni associati si sono evoluti in un quarto di secolo. E’ così che i 30 amministratori di altrettanti Comuni della Sardegna uniti nel Gal Lugudoro Goceano, area dell’entroterra a sud ovest di Sassari, sono stati invitati nella nuova sede Cis nella ristrutturata fornace di Moie. Il territorio del Gal Logudoro si estende su una superficie di 1.629 kmq. I Comuni interessati sono 30 suddivisi nelle 3 subregioni geografiche situate nell’area a sud-ovest di Sassari dove risiede una popolazione di circa 50 mila unità con una densità di 30 abitanti per kmq. Un’identità molto simile a quella del Cis, con le stesse problematiche, le stesse difficoltà e le stesse sfide.
I risultati del workshop, coordinato dal Gruppo Camera Work, sono stati presentati dal presidente del Cis Sergio Cerioni, dal presidente del Gal Lugudoro Giammario Senes e dal Consigliere regionale Fabio Badiali. “La realtà del nostro Gal – dice il presidente Senes – è bel lontana dai luoghi comuni della Sardegna come la Costa Smeralda o Alghero. Stiamo avviando un meccanismo di solidarietà intensa per capire i meccanismi di realtà simili alla nostra e per questo siamo così interessati al modello di sviluppo territoriale Cis. E’ fondamentale – continua Senes – far conoscere le specificità del nostro territorio a quel flusso turistico che si ferma soltanto alla costa. Non abbiamo il mare ma archeologia, natura, tipicità e storia”.
Il Consigliere Fabio Badiali ha portato i saluti della Giunta regionale e sottolineato le iniziative di sviluppo turistico a livello internazionale. “La Regione Marche si è attivata con importanti progetti per attaccare i nuovi mercati internazionali del turismo, attraverso iniziative come il Testo Unico sul turismo della Regione Marche e la legge sull’internazionalizzazione”.
Sergio Cerioni ha concluso con una riflessione su quello che la realtà del Cis ha costruito in un quarto di secolo. “Oggi il Cis guarda allo sviluppo turistico del territorio dopo aver unito 12 piccoli Comuni della media vallesina che da soli non avevano forza. Prima il metano, la gestione dell’acqua, la discarica consortile, l’igiene urbana e la piscina, poi la pubblicità, la pubblica illuminazione, il servizio informativo territoriale e oggi anche energie rinnovabili e il turismo. Unire rende forti – continua Cerioni – e uniti possiamo raggiungere grandi risultati”.