Montecarotto ha un territorio comunale di kmq. 24,08 a cavallo della serie di colline che dividono le vallate dell’Esino e del Misa, nella zona subappennina della Provincia di Ancona, ed è incluso nei confini della Diocesi di Jesi e del suo Mandamento. Entra a far parte della storia documentata a cominciare dai primi decenni del secolo XIII. Se infatti il suo toponimo allude ad una antica rocca diruta (Mons Arcis Ruptae) posta a difesa di una località strategicamente importante, della cui esistenza attestano tuttora i resti su cui è costruita la chiesa collegiata del paese, nulla peraltro è possibile dire sull’epoca e a chi detta rocca debba attribuirsi. Pertanto non è possibile avanzare ipotesi sulla esistenza di questo centro nel basso Medio Evo. Si possono invece cogliere e seguire indizi che alludono a presenze e influenze bizantine e longobarde nel territorio (che fu poi montecarottese), presenze che preannunciano il sorgere di quegli insediamenti di cui si avranno memorie e prove nei secoli successivi al Mille. L’influenza longobarda è suggerita sia dal non lontano Gastaldato di Castel Petroso (l’attuale Pierosara), punta avanzata del Ducato di Spoleto, – da cui i Longobardi sfociarono per qualche decennio, sul finire del sec. VI, nella Vallesina -, sia, e più ancora, dalla toponomastica (rimasta sino ai secoli a noi più vicini, nei territori che poi formeranno la Pieve di Montecarotto), e dai Santi, oggetto del culto longobardo, venerati negli stessi territori. I Bizantini invece controllarono per più secoli gran parte della Vallesina, terra di confine con il territorio longobardo: giova tenere sempre presente questo dato storico. |
Aggiornato: 25/11/2008 15:47:03
Data Pubblicazione: 25 Novembre 2008